16.04.2020
Le misure di contenimento della pandemia globale hanno significato per tante famiglie una riduzione significativa delle entrate mensili, sia per chi ha continuato a conservare il proprio lavoro ma lo ha visto decurtato con ricorso a cassa integrazione, sia per chi è stato licenziato sia, nel caso di contratti stagionali o a chiamata, per chi non ha più avuto la possibilità di lavorare. Ma anche liberi professionisti che non fatturano, o che non ricevono le liquidità per le fatture emesse e quindi paradossalmente si trovano a dover pagare tasse su soldi che non hanno incassato ancora. La casistica purtroppo è molto ampia, e se da una parte il Governo ha dovuto procedere a misure così drastiche per garantire il distanziamento sociale, dall’altra ha contemporaneamente varato una serie di provvedimenti per aiutare le famiglie in difficoltà. Oltre a erogazione di contributi e buoni spesa, ha previsto la possibilità di sospendere momentaneamente il pagamento delle rate del mutuo sulla prima casa. Alla ripresa dei pagamenti sarà dovuta ancora per intero la quota capitale ma solo metà della quota interessi di ogni rata sospesa, che sarà coperta dallo stanziamento governativo di 400 milioni di euro. I requisiti per poter congelare il proprio mutuo prima casa, per un massimo di 18 mesi, sono:
Le rate potranno essere sospese per massimo sei mesi se il lavoro è stato ridotto o sospeso in un periodo di più di 30 e meno di 150 giorni consecutivi; per dodici mesi se il periodo va da 151 a 302 giorni; se superiore sospese fino a 18 mesi al massimo.
Per fare domanda ci si deve rivolgere direttamente alla propria banca compilando l’apposito modulo e presentando la documentazione attestante il possesso dei requisiti richiesti. Se approvata, la sospensione verrà attivata nel mese successivo. Non sarà concessa se l’intestatario del mutuo è in ritardo di più di tre mesi consecutivi nei pagamenti o ha già beneficiato del Fondo di garanzia prima casa.